Italia – Francia, Mondiali 2006

Primo tempo

Inizio morbido per la finale mondiale, con tocchi a centrocampo degni di una partita Allievi del campionato abruzzese. Henry ravviva subito il match, fracassandosi una tempia contro l’omero di Cannavaro e crollando a terra svenuto. Le malelingue parlano di scorrettezza, ma è certo da escludere un intervento intenzionale del nostro capitano, responsabile di sole 2 fratture nell’ultima serie A.

 

Le telecamere Rai indugiano sul volto di Domenech, colpito da infarto del miocardio al pensiero di giocare 89 minuti e 25 secondi senza TT, il quale esce dal campo con le sue gambe ma sembra piuttosto scosso.

Per fortuna del tecnico, un inserviente della panca francese fa inalare un’intera fiala puzzolente all’attaccante dell’Arsenal, che continua a non capire bene cosa sia successo ma fa il suo ritorno in campo dopo poco più di 3 minuti.

In tempo per gustarsi l’ammonizione di Zambrotta, che è noto per saper gestire bene le partite importanti: in Italia-Olanda del 2000 si fece espellere per 2 interventi di rara scaltrezza, e concede il bis sul proscenio mondiale con un’ammonizione straordinaria, falciando Vieira a pochi metri dalla porta. Intervento tatticamente ragionevole, se non fosse che la porta è quella di Barthez. Domenech comincia ad averne i testicoli colmi, e sono passati esattamente 5 minuti.

Punizione battuta con una sventagliata in avanti prolungata da Henry verso Malouda, che entra in area, vede arrivare Materazzi, capisce che è fatta e si butta a terra urlando.

L’arbitro non vede nulla, ma conoscendo Materazzi si affida alla statistica ed assegna il rigore. La moviola dimostra che Marco parte in effetti per operare in artroscopia Malouda, ma prima di impattare ci ripensa, ritrae la gamba e saltella su quella d’appoggio, evitando del tutto l’intervento. Mentre vi dico questo, Zidane è già sul dischetto e opta per il cucchiaio: traversa e palla dentro di 1 metro.

Numerose ricerche dimostrano che nel secondo e mezzo che la palla trascorre tra la traversa e il suolo della porta azzurra, la mortalità negli ospizi francesi raggiunge un picco del +35% rispetto alla media. 7° minuto e FranciaunoItaliazero.

Lippi predica calma, e la reazione azzurra infatti è composta, con Materazzi che cerca l’autogoal con un imperioso stacco di testa al nono: è un segno. Intanto la regia Rai entra nella storia, mostrando il replay del rigore di Zidane circa 14 volte, l’ultima delle quali da una microcamera inserita nel retto di un’aquila ingaggiata per circa 250.000 euro.

La reazione dell’Italia come detto è composta, a differenza della frattura che rischia Grosso per un intervento da manovale di Sagnol : giallo anche per il francese dalla testa quadrata.

A seguire calcio d’angolo procurato da Camoranesi, che invita Pirlo ad andare in battuta: di fronte ai tentennamenti del bresciano l’italianissimo Mauro German lo prega di non fare il babbeo, e Andrea va finalmente sulla bandierina.

Cross alto, Materazzi fa in tempo a complimentarsi con Vieira per la sua scelta di marcarlo lasciandoselo alle spalle prima di incornare in porta senza difficoltà, con Biglia Lucente che rimane furbescamente a metà strada tra l’uscita e la linea di porta, immobile. Al ventesimo, uno pari.

Fasi confuse dopo il goal, lampo di Totti al 24esimo, quando tocca il suo primo pallone e lo perde facendosi scaraventare a terra da Henry: sarà la sua azione migliore in questa finale.

Al 27esimo nuovo angolo, Vieira e Boccia Lucida dimostrano ancora la loro arguzia, facendo staccare di nuovo Materazzi con palla respinta a porta vuota, ma fischio successivo per una presunta irregolarità del 23 italiano.

La partita è confusionaria ma ha ritmo: al 29esimo Totti calcia una punizione dai 30 metri sui piedi della barriera, ed è un’altra delle cose migliori della sua partita, tra le 5 fatte.

La Francia cerca di reagire alla pressione, e alla mezz’ora Malouda effettua un retropassaggio a Buffon camuffandolo da sinistro a girare.

L’Italia capisce che il calcio d’angolo è l’azione più efficace, e al 35esimo ci pensa Toni a guadagnarsene uno. Pirlo ripete esattamente lo stesso cross delle occasioni precedenti: Vieira non ci sta e marca stretto Materazzi, dimenticandosi di Toni che salta da solo e colpisce benissimo. La traversa si dimostra più reattiva di Barthez e devia sopra sé stessa.

Si tergiversa fino a fine tempo, con un solo brivido al 44esimo, quando Totti insiste a calciare da metà campo sui piedi della barriera il terzo pallone toccato. Duplice fischio al 47esimo, Italia uno Francia uno.

 

Secondo tempo

Batte la Francia ed Henry decide di verificare di essersi ripreso dal tamponamento con Cannavaro: salta allora 6 uomini in circa 5 secondi di progressione, prima di appoggiare con gentilezza tra le braccia di Buffon.

Nel corso della stessa azione, Zambrotta dimostra di aver imparato la lezione, e mentre Malouda è a terra gli accarezza la nuca con il ginocchio sinistro, fingendo però di guardare da un’altra parte.

Si riprende, e al 4° minuto è ancora calcio d’angolo: schema identico a quello del goal di Toni all’Ucraina, Vieira non capisce nulla ma per sua fortuna Cannavaro gli gira il pallone sulla nuca, con Barthez di sasso.

30 secondi ed è ancora Henry, stufo di aspettare un assist decente, a saltare altri 6 avversari e sprecare tutto con un assist improbabile. Angolo susseguente, cross arretrato di Zidane e preciso destro di Ribery che termina fuori dallo stadio. Lo stadio di Stoccarda.

La Francia prende coraggio, Henry riceve da Malouda e cerca di far sedere Cannavaro con una finta: Cannavaro si siede volentieri e lo irride togliendogli il pallone da terra.

I galletti sono comunque convinti: Ribery sulla fascia, palla a Zidane, da lui a Malouda: Zambrotta, che segue una particolare dieta a base di fosforo, lo sgambetta in piena area rischiando il rigore e la propria vita al rientro in Italia. Elizondo ci grazia.

Decimo minuto, stiramento per Vieira e dentro Diarra, tatticamente tutto invariato. Cinque minuti dopo, De Rossi e Iaquinta rilevano Totti e Perrotta, tatticamente invariato anche per noi, ma grazie all’uscita di Totti ora giochiamo in undici.

Al 16esimo Italia in avanti, lancio a spiovere di Grosso e Toni inventa il goal più bello del mondiale, annullato per un fuorigioco di centimetri.

Un minuto più tardi filtrante francese per Henry, che dimostra di non aver smaltito del tutto l’infortunio provando a beffare Buffon sul suo palo.

Di minuti ce ne vanno altri 13 per vedere qualcosa di interessante, ed è un mani di Toni in area francese.

Trentunesimo, Diarra infila il gomito nell’orecchio di Toni ed è punizione da circa 25 metri. Barthez stranamente si muove, ma la punizione di Pirlo termina di un metro a lato.

Altri 4 minuti, e mentre lo spettro dei supplementari comincia ad ululare e sferragliare catene, Zidane cade a terra e chiede il cambio, provocando nuovi sussulti al cuore già provato di Domenech. Il ct francese finge di non capire e ricorda al suo capitano che Holly ha giocato almeno 20 puntate con una spalla fracassata, quindi per altri 10 minuti lui può resistere. Zizou non è convinto ma rientra accolto dal boato della folla.

Il livello di gioco nel secondo tempo è quello di un Cesena-Pisa dei primi anni ’90, e l’unica cosa da annotare è un timido tentativo di rinuncia al catenaccio, con Del Piero dentro per Camoranesi a 5′ dal termine.

Elizondo ha pietà degli spettatori e dopo 120 secondi di recupero spedisce nuovamente al riposo le squadre: l’ectoplasma dei supplementari avrà la sua mezz’ora di gloria.

 

Primo tempo supplementare

Nulla da segnalare fino al quinto minuto, quando Malouda riesce prima a saltare in tunnel Cannavaro e poi ad assestare una gomitata a Gattuso, intervenuto a fermarlo in seconda battuta. Lo stadio ammutolisce presagendo la tragedia imminente, ma il centrocampista azzurro crede all’involontarietà dell’intervento.

La partita si trascina: Francia che fa girare la palla con Zidane e accelera con Henry e Ribery, Italia che fa girare gli uomini per controllare Zidane e quando può lancia in avanti sperando in Barthez.

E’ proprio Ribery a dare una scossa al match al nono. Riceve palla da Makelele, finta sul diretto marcatore e effettua un passaggio filtrante per Henry; quest’ultimo chiude in qualche modo il triangolo prima che Cannavaro lo faccia decollare con un preciso tackle, consentendo ancora a Ribery di controllare, entrare in area e poi colpire di punta esterna: palla di poco a lato.

Le telecamere indugiano sul volto affranto del 22 francese, Domenech si accorge del brutto spettacolo e dopo pochi secondi il cambio Ribery-Trezeguet è cosa fatta. Nell’immediato la sostituzione non cambia l’inerzia del match, ma consente perlomeno a tutti i commentatori del globo di portare una iattura terrificante ricordando il golden goal di David agli europei del 2000. Iattura che sembra concretizzarsi quattro minuti dopo: Zidane irride Gattuso e Del Piero nella metà campo francese, la Francia si distende in avanti e serve ancora il proprio capitano: questi irride nuovamente Gattuso e tocca largo per Sagnol. I tifosi azzurri tirano un sospiro di sollievo pensando ai piedi del terzino francese, ma vengono smentiti: cross teso e preciso in area, colpo di testa di Zidane e risposta prodigiosa in angolo di Buffon, che si guadagna così un processo di beatificazione più rapido di Wojitila.

Corner senza esito, e 120 secondi dopo fine del primo supplementare.

 

Secondo tempo supplementare

De Rossi a terra dopo 37”, Domenech sfrutta la pausa forzata per pensare all’ultimo cambio: fuori Henry, dentro Wiltord.

L’episodio clou della finale arriva al terzo minuto, quando, a palla lontana, Zidane abbatte Materazzi con un preciso colpo di testa sullo sterno. Diverse le ipotesi sulla frase che avrebbe scatenato la furia di Zinedine, ma due le più accreditate:

1) Materazzi avrebbe fatto notare che la cura Agricola ai tempi della Juve, seppur efficace per i muscoli, deve avere avuto qualche effetto collaterale sulla capigliatura;

2)Materazzi, come un abile fantasista della parola, avrebbe unito in una sola frase gli elementi “Sorella di Zidane”, “Cavallo” e “Sesso Anale”.

Quale che sia la verità, la testata costa l’espulsione a Zidane, anche se solo grazie alla prova tv (peraltro non utilizzabile da regolamento), vista la lontananza di Elizondo e la cecità del guardalinee di destra.

La Francia non si scompone e continua a non far vedere il pallone agli Azzurri: la supremazia non si traduce però in occasioni da rete, e giunge quindi inevitabile il momento della lotteria dei calci di rigore.

 

Calci di rigore

 

Primo rigore

Pirlo

Checché ne dica Mazzola (il quale sostiene in preda ad allucinazioni che Barthez abbia intuito la traiettoria) portiere francese a terra a destra, palla in rete alta e centrale.

Italia 2 – Francia 1

 

Wiltord

Il simpatico Sylvain restituisce subito la cortesia a Buffon, con un piatto tranquillo che spedisce il numero uno azzurro dal lato opposto: parità ristabilita.

Italia 2 – Francia 2

 

Secondo rigore

Materazzi

Materazzi va sul dischetto sommerso dai fischi dei tifosi francesi, ma nulla può scalfire la serenità del rigorista che ha di fronte Barthez: palla in rete alla sinistra del portiere transalpino.

Italia 3– Francia 2

 

Trezeguet

Trezeguet spiazza di netto Buffon ma non la traversa, che rimane impassibile e respinge senza difficoltà. Il fantasma de la Sodomie comincia a volteggiare dietro le schiene dei giocatori francesi, ben più pericoloso di quello dei supplementari.

Italia 3 – Francia 2

 

Terzo rigore

De Rossi

De Rossi ha già utilizzato il bonus idiozia facendosi espellere per una gomitata inutile a McBride nel corso del girone eliminatorio. Decide saggiamente di non reiterare, e indirizza con tutta calma una fucilata sotto l’incrocio.

Italia 4– Francia 2

 

Abidal

Mentre di solito è più Insuperabile del tonno (pur senza olio d’oliva), sui rigori Buffon viene spiazzato da chiunque, ed Abidal non ha troppe difficoltà nel mettere a segno il terzo goal francese.

Italia 4– Francia 3

 

Quarto rigore

Del Piero

Pinturiano ricorda di aver già regalato un Europeo ai cari vicini d’Oltralpe, e ricorda anche la fine che i tifosi riservarono alla sua auto. Decide quindi di evitare gesti avventati e spedisce il pallone in fondo al sacco di destro.

Italia 5 – Francia 3

 

Sagnol

Buffon, forse narcotizzato da un infiltrato francese alla fine dei supplementari, riesce a farsi spiazzare addirittura dal terzino dal viso spigoloso: la Francia si aggrappa all’ultimo rigore azzurro.

Italia 5– Francia 4

 

Quinto rigore

Grosso

Grosso posiziona con calma sul dischetto il pallone che vale una vita ed una carriera. Una responsabilità grande come un macigno, finché il suo sguardo non si alza ed incrocia quello di Barthez: decisamente sollevato, il suo sinistro non perdona.

Italia 6, Francia 4.

 

Dopo i primi due successi targati Duce, il terzo post-calcio scommesse, ecco il quarto sigillo post(?)-Calciopoli: Ah, les italiens…”

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