Match point
Italia – Brasile, Confederations Cup 2013
Terza e ultima partita del girone, Italia e Brasile si affrontano in una delle classiche del calcio: 9 i titoli mondiali in campo. O addirittura 11, se tifate Juve.
2′ I primi 120 secondi del Brasile [Brasiu] sono scoppiettanti: due palle regalate dalla difesa azzurra. Sulla seconda, Hulk crea il panico a sinistra: potente mancino rasoterra, Buffon si distende e respinge.
6′ L’Italia prova a respirare: Balotelli protegge palla sul rinvio di Buffon e David Luiz, il più brasiliano dei sosia di TeleSpalla Bob, lo abbatte.
SuperMario non capisce l’avvertimento, e un minuto dopo David Luiz lo abbatte ancora: ammonito.
11′ Hulk come Mastella: svaria da sinistra a destra, creando problemi ovunque.
13′ David Luiz a terra: si massaggia con voluttà una coscia, forse per un colpo di Candreva. In onore del Bel Paese, si riscalda Dante [Danci].
16′ Marchisio sfugge ad Hulk e mette un gran rasoterra in mezzo: Balotelli ha poco angolo e gira debolmente col sinistro.
18′ Percussione di Marcelo [Marselo]: ne salta 3, gioco di gambe su Abate, tocco in mezzo, tacco di Neymar e palla persa. Abate ha lo sguardo penetrante di chi non comprende il gioco delle 3 carte.
23′ Palla verso Oscar, che libera Neymar con un sontuoso colpo di tacco: il numero 10 porta avanti la sfera di destro ma conclude a lato col sinistro.
23′ Montolivo accusa un giramento di testa, o forse è una scusa per non fare all’ammore. Si scalda il più brasiliano degli italiani: Giaccherinho.
26′ Abate stecca Neymar che provava a saltarlo d’anticipo. Neymar ricambia un minuto dopo e, nella caduta, problema alla spalla per il terzino del Milan.
Il punto più alto della carriera di Abate: lo stesso infortunio di Holly.
29′ Seguendo l‘esempio della propria spalla, Abate esce. Contro il Brasile l’ingresso di Maggio, ci vuole tanto, troppo coraggio – riflette Prandelli sulle note di De Andrè. Maggio ha il problema di entrare a freddo, ma non è il più grave.
32′ David Luiz lascia il posto a Dante [Danci], in aperta polemica con l’ingresso di Giaccherini per Montolivo.
33′ La chiusura di De Sciglio su Hulk gli regala un ruolo in The Avengers 2.
35′ Apertura troppo profonda, ma il profeta Hernanes [Herr Nanes, per gli ultras laziali] ci crede e arrota un cross mancino: Chiellini salva in qualche modo contro Hulk. Buffon smanaccia l’angolo urlando contro il cielo e l’intera difesa.
41′ Pallone profondo di Candreva: la palla tocca terra e il liscio di Danci è provvidenziale per mettere fuori tempo Balotelli, subito dietro di lui.*
*se sono veri gli stereotipi sui neri, io farei attenzione a tenermi dietro Mario. Se non altro perché avrà il ritmo nel sangue.
44′ Candreva spinge giù Neymar, punizione nella trequarti offensiva verde-oro.
Sul cross di Neymar colpo di testa potente di Fregi e respinta ottima di Buffon, ma Danci è pronto sulla ribattuta. Come distinguere un tocco di Danci da Adriana Lima? Il tocco di Danci non è irresistibile. Ma Buffon è a terra e sfiora soltanto: vantaggio Brasile.
Italia 0 – Brasiu 1
Nell’intervallo è guerriglia urbana: esercito schierato contro i manifestanti che protestano per i rincari e i soldi spesi in vista del mondiale 2014.
Neppure le parole di Blatter sono servite a smorzare la tensione: “Il calcio è più importante dell’insoddisfazione della gente.”
Si ricomincia con una combinazione Fregi-Oscar, che mette in evidenza la pronuncia tarantina di quest’ultimo: Oscàr. Tiro debole, nessun pericolo per Buffon.
Colpo di tacco di Balotelli per Giaccherinho: il pallone di ritorno non è preciso, ma segnatevi questa combinazione, tornerà utile tra poco.
49′ Altra punizione dal punto in cui è nato il vantaggio brasiliano: è fuorigioco, ma le marcature non paiono impeccabili. L’Italia soffre, senza la classe di Abate.
51′ Lancio di Buffon prolungato di testa, strepitoso colpo di tacco di Balotelli che innesca Giaccherini in velocità. Controllo non perfetto, ma l’azzurro recupera il passo e scaraventa in rete a fil di secondo palo. Giaccherinho esulta in modo composto, con rispetto per la nazione che lo ha cresciuto calcisticamente.
Italia 1 – Brasiu 1
52′ Neymar sposta il pallone dal destro al sinistro, si accentra e viene steso da Maggio al limite dell’area. Fregi è generoso nel fornire consigli a Hulk e Neymar sulle opzioni di battuta, finché entrambi ricordano che Fregi di calci piazzati non sa nulla.
Neymar rompe gli indugi: esecuzione carica di effetto sul palo di Buffon, che rimane immobile. Ma anch’io al posto suo conserverei le forze per la Seredova.
Italia 1 Brasiu 2
58′ Hulk fa fuori 3 uomini sulla fascia e con un filtrante mette Neymar uno contro uno con Maggio: se la cava con l’esperienza e la spalla, migliore di quella di Abate.
60′ Diamanti, star del calciomercato dopo il singolo dedicatogli da Rihanna, impatta di testa un cross di Maggio: angolo, ma nulla di fatto.
L’esterno azzurro è insaziabile e guadagna anche una punizione da 40 metri. Il destro di Balotelli è come Berlusconi: potente e deviato. Julio Cesar come Delio Rossi: allontana con i pugni.
61′ Grande azione di De Sciglio, palla tenuta viva sul fondo, entra in area, rasoterra per Balotelli che protegge spalle alla porta. Lo mettono giù in area piccola, si prosegue.
64′ Triangolo Dani Alves – Hulk – Dani Alves, strepitosa l’arroganza con cui De Sciglio porta via palla al laterale del Barça.
66′ Lancio di Marselo per Fregi che taglia da destra a sinistra la difesa azzurra. Bel controllo a seguire, resiste a Chiellini e scarica il sinistro sotto la traversa evitando l’intervento di Buffon.
Italia 1 Brasiu 3
69′ Diamanti cerca un esterno sinistro da posizione impossibile: angolo. Che confusione! Sarà perché ti pegu. Il pallone balla in area, tocco indietro di Aquilani per il piattone di Chiellini: Irmatov vede un paio di falli e fischia un rigore per l’Italia. Intanto il tiro finisce dentro e, poiché Balotelli è infallibile dal dischetto, l’arbitro risparmia tempo e convalida.
Italia 2 Brasiu 3
73′ Marchisio scherza Oscàr fingendo un retropassaggio e partendo poi in percussione centrale.
75′ Fuori Hulk, dentro Fernando [Fernangiu].
78′ Come da regolamento FIFA, BeppeDossena vince un crodino per il suo quinto “assolutamente”.
79′ Maggio sfrutta la nota somiglianza con Bill Compton per scomparire e riapparire in area piccola: incornata terrificante [terrificanci] e palla sulla traversa, che rimane in vibrato per una trentina di secondi.
80′ Lancio di Aquilani per Maggio, che subisce 3 falli e prende anche una scarpata in faccia dal simpatico Marselo.
81′ Il crodino confonde Dossena nel calcolo dei giorni che mancano alla semifinale: quattro, tre, cinque. Dov’è l’esercito quando serve?
82′ Schema azzurro su punizione: rasoterra per Balotelli che non riesce a dare abbastanza effetto alla sfera. Azzurri più brillanti del Brasile. [shine bright like a diamond, secondo Rihanna]
84′ De Sciglio al volo di prima sull’apertura di Aquilani: come Suzana Werner, palla tra le braccia di Julio Cesar.
Italia stabile nella metà campo verde-oro.
88′ Nel disimpegno il pallone di Giaccherini è sporcato da Luis Gustavo, Bernard punta l’area e poi scarica per Marselo. Buffon ha la pazza idea di respingere sui piedi del 9 brasiliano: tap-in facile e per gli azzurri è doccia Fred [doccia Fregi].
Italia 2 Brasiu 4
Il risultato non cambia più, Italia e Brasile come un governo di larghe intese: avanti a braccetto, mentre il popolo protesta.
Italia – Giappone, Confederations Cup 2013
Squadre al match da situazioni opposte: Giappone dopo la sconfitta senza storia col Brasile, Italia dopo la convincente vittoria contro il Messico.
Curiosità pre-gara: solo uno dei nazionali giapponesi non è laureato. Straordinario. E pensate che l’allenatore del Giappone parla italiano meglio di molti azzurri.
Calcio d’inizio e Italia che attacca da sinistra a destra: qualcuno spieghi il concetto al PD.
Il Giappone gestisce bene il possesso nei primi minuti. L’Italia si fa notare al 4′, quando De Rossi è sommerso dai fischi di una delegazione ultras romanista.
6′ Kagawa sulla sinistra, cross in mezzo proprio dove Chiellini dorme. Colpo di test centrale di Maeda, sicuro Buffon.
8′ Endo ci prova con il destro, palla sul fondo. Endo gioca interno, per la commozione di chi prepara la versione di greco.*
*scelta peraltro curiosa, visto che al classico è uscito latino.
Giappone messo bene in campo, Kagawa bravo a sinistra, Italia quasi in soggezione. Ma chiunque cresciuto con Holly e Benji lo sarebbe.
11′ Balotelli mette giù un lancio lungo di petto, salta due avversari sulla fascia e va al cross: respinto con qualche affanno dal portiere.
#professionalità #umiltà #seCrossaBalotelliChiCazzoColpisce
Ancora SuperMario al 15′: scarica da 30 metri contro il corpo di Konno, che se la cava con molta paura.
#professionalità #umiltà #corpodikonno
17′ Il Giappone continua ad avere una migliore circolazione. Kagawa porta palla ai 25 metri ed esplode l’esterno sinistro: Buffon a mani aperte sopra la traversa.
Il numero 10 giapponese è una spina per la difesa azzurra, ma in un posto più umido del fianco.
20′ Pirlo a Balotelli, scarico a destra per Maggio. Il Giappone ha studiato i filmati e sa che Maggio ama stordire l’avversario con un cross in faccia, prima di mettere davvero il pallone in mezzo.
I difensori non abboccano e lasciano che il primo traversone arrivi dritto in area, puntando tutto su Giaccherini: l’azzurro non delude e commette fallo.
20′ Il retropassaggio di De Sciglio è come Giovinco: troppo corto. Buffon è anticipato da Okazaki, la palla si infila tra le gambe mentre quella di ritorno abbatte l’attaccante: per l’arbitro è rigore. Per Dossena no, ma da regolamento decide l’arbitro.
22′ Rincorsa di Honda: Buffon intuisce l’angolo, purtroppo quando la palla è già in rete.
Tuffo in ritardo: Italia 0 Giappone 1.
23′ La miglior combinazione azzurra: ancora De Sciglio e ancora Buffon, rinvio lungo.
28′ Nagatomo prova il destro senza dare forza al pallone: rasoterra come la Seredova, docile tra le braccia di Gigi.
28′ Balotelli in area, frenata di suola e poi si butta a terra.
#professionalità #umiltà #actorsstudio
30′ Capisci che le cose non vanno bene se è necessario affidarsi a Giovinco. Capisci che vanno davvero male quando succede già nel primo tempo. Fuori Aquilani: l’Italia perde in strabismo di Venere ma guadagna qualcosa nel gioco aereo, se il cross è molto basso.
31′ Palla pericolosa persa da Pirlo, contropiede veloce del Giappone, Chiellini salva in angolo. Porca troia! – commenta Prandelli, elogiando due prodotti chiave dell’economia brasiliana.
32′ Palla a campanile in area azzurra. Chiellini sfiora solo col naso e finisce per proteggere il pallone verso la porta: Kagawa lascia rimbalzare e fulmina Buffon sulla palla che scende.
Italia 0 Giappone 2
Grande giocatore Kagawa, in grado di calciare con entrambi i piedi.*
*ma non contemporaneamente.
35′ Punizione dal limite per i nipponici. Punizione senza esito, e inoltre solo Pizzul può dire “nipponici” senza suonare ridicolo. Ah, quanto mi manca Bruno. Lo immagino a bere un ultimo goccio dalla bottiglia di grappa, prima di spaccarla in testa a Dossena.
36′ Endo, Honda, Endo: l’eleganza fonetica si riflette nel fraseggio.
38′ Pirlo innesca Maggio, tocco per Balotelli e punizione.
#professionalità #umiltà #prendofallicomeStoya
39′ Breve discussione tra Pirlo e Balotelli su chi debba calciare.
#professionalità #umiltà #letiraAndrea
Il primo tiro italiano è l’ascensore di Pirlo, la punizione così chiamata per il movimento a salire e scendere e la tendenza a bloccarsi quando il tecnico è assente. Rimessa dal fondo.
41′ Combinazione Giaccherini-Pirlo, sinistro e calcio d’angolo. L’impegno profuso da De Rossi con la Roma lo restituisce fresco alla nazionale: angolo tagliato sul primo palo, colpo di testa perentorio e distanze accorciate.
Dai, *ioporco! – Prandelli a pugno a chiuso esalta il Cristo di Rio, perla del turismo verde-oro.
Italia 1 Giappone 2
44′ Calcio di punizione guadagnato da Chiellini. Pirlo e Balotelli discutono per qualche secondo, poi Balotelli capisce.
#professionalità #umiltà #whyalwaysyou
È incredibile come la stessa barba possa risultare carismatica, se sul viso di Pirlo e non di Franceschini.
45′ Sponda di Balotelli per Giaccherini: il più brasiliano dei giocatori il cui cognome finisca per -cherini rientra sul sinistro: palla sul palo a Kawashima battuto.
Finisce il primo tempo. Dominio giapponese per 35′, poi reazione Italia.
Secondo tempo come le Comunali: Italia da destra a sinistra.
Kagawa prova a scherzare Maggio con la palla sulla linea, ma la trascina fuori. E anche la palla.
49′ Giaccherini caparbio conquista palla su un rimpallo sulla linea di fondo, stop di controbalzo, palla verso Balotelli: a testimonianza della simpatia di Mario, Uchida preferisce l’autogol a permettergli il tap-in.
Italia 2 Giappone 2
50′ Giovinco in area, il tiro non è granché ma la palla carambola tra coscia e braccio di Hasebe: per l’arbitro è rigore. Per me no, ma da regolamento decide l’arbitro.
Mario quasi ferma la rincorsa, guarda il portiere e appoggia dalla parte opposta. Molti pensano sia una tattica per spiazzare l’avversario, la realtà è che già a metà rincorsa Mario si è annoiato.
Italia 3 Giappone 2
55′ Bel sinistro di Giovinco dal limite, Kawashima tocca in angolo. Il Giappone si concede una dormita sul corner, Maggio si adegua e tocca debolmente da due passi.
58′ Numero di Okazaki in mezzo a due azzurri, Montolivo interviene portando tutta la freschezza del Rinascimento fiorentino sulla sua gamba di appoggio.
67′ Dentro Marchisio, fuori Giaccherini. Passa un minuto: calcio di punizione di Endo, Okazaki bravissimo per elevazione e torsione. Anticipo secco sul primo palo e Buffon battuto.
Italia 3 Giappone 3
70′ Honda travolgente: sembra guidato da Pedrosa. Salta un uomo in progressione, si accentra, irride Barzagli con l’esterno ma poi, come una Ducati, preferisce la potenza: Buffon respinge in uscita.
73′ Cross di De Rossi, nuovo controllo col braccio di Balotelli.
#professionalità #umiltà #hairottoilcazzo
76′ Ancora Honda: rientra sul sinistro, pallone respinto e siluro di Hasebe che sfiora l’incrocio.
81′ Giovinco tocca corto lanciando il contropiede del Giappone, Kagawa strepitoso di tacco, poi palla a Honda: palo a Buffon battuto e poi traversa. Ma nel frattempo chiamato il fuorigioco.
85′ La svolta del match: grandissimo filtrante di De Rossi per Marchisio, palla a Giovinco e piatto sinistro a porta vuota.
Italia 4 Giappone 3
87′ Punizione Giappone. Sul calcio calcio d’angolo seguente il gol del 4-4 è annullato per fuorigioco di Oshida. La partita scivola fino alla fine senza sussulti.
Italia che va a giocarsi il primo posto col Brasile, Giappone già eliminato.
La storia si accanisce contro il fiero popolo del Sol Levante: due bombe atomiche, Fukushima e una rete decisiva di Giovinco.
Italia – Danimarca, qualificazioni mondiali 2014
Il clima è avvelenato.
– Gigi vuole giocare – dichiara Prandelli in conferenza stampa.
– L’over paga 2,5 – risponde polemico De Laurentiis.
L’ultimo provino è negativo: Buffon riesce a salutare stendendo in modo completo il braccio destro, ma la sofferenza all’adduttore persiste.
Basta chiacchiere: a noi!
Azzurri in campo con un 4-3-1-2: trovate il numero che completa la sequenza.
Coppia d’attacco esplosiva formata da Osvaldo e Balotelli, entrambi candidati alle primarie PD.*
*Crossala.
Oppure Vendola. – direbbe Doni.
La Danimarca risponde con nomi che mettono alle corde il già esausto commento tecnico di Beppe Dossena. Allora – fiero – li pronuncia alla sua maniera, perché Siamo in Italia. Basta chiacchiere: a noi!
La squadra di Olsen parte forte e, come Alba Dorata, sfonda a destra: Bendtner colpisce senza pressione dal limite, il colpo di testa è fuori di poco.
6′ L’Italia soffre il pressing alto e Chiellini è costretto ad alleggerire come sa, cioè male. De Sanctis controlla peggio e calcia in touche.
Gli Azzurri cercano di scuotersi con la corsa di De Rossi e i movimenti di Osvaldo. In aperta polemica con Zeman, i due cinguettano, si cercano, si trovano: pallone schiacciato in profondità da Capitan Futuro, l’argentino controlla ed esplode un tirodemmerda che vale un angolo.
Risposta danese con manovra prolungata al limite e palla a Kvist: destro ben incrociato, De Sanctis mette fuori a mano aperta.
Poco dopo è ancora Danimarca: cross da destra per Bendtner, che non riesce a colpire a fronte piena ma rimette in mezzo: la mischia dura così a lungo che Balotelli posa il Long Island e rientra a spazzare.
19′ Lampo Italia: lancio lungo per Balotelli sulla destra, pallone messo giù e passaggio teso indietro, a pelo d’erba. Marchisio controlla, alza la testa, prende la mira e procura un trauma cranico a Kjaer che respinge sulla linea.
Nella trequarti offensiva l’Italia rallenta. Pirlo la sveglia con un lancio per Abate: sul cross c’è la pessima uscita di Andersen, ma Osvaldo sbaglia il colpo di testa a porta vuota. Mamma Rai edulcora il Porco Dio a favor di camera in L’attaccante si rammarica.
26′ Osvaldo cerca il numero. Lo trova: è di una tifosa danese.
Rommedahl contro Chiellini, è il naso dell’azzurro a toccare per ultimo: rimessa laterale buttata in area e ancora estrema confusione.
30′ Danimarca di nuovo avanti. Kvist finta il tiro, lascia sul posto il difensore ed entra in area: De Sanctis, come il Paese, è in ginocchio. Ma, a differenza del Paese, si salva in angolo.
33′ Cambio di fronte: palla centrale per Balotelli che trova una grande sponda di tacco per Montolivo. Riccardo controlla e osserva De Rossi entrare in area; poi, come un putto ribelle e rinascimentale, scarica una sassata a fil di palo. Italia 1 Danimarca 0.
Non passano nemmeno cinque minuti. Pirlo si beve il diretto marcatore e il Long Island di Balotelli con una doppia finta: strepitoso cross in mezzo e De Rossi schiaccia in rete.
Italia 2 Danimarca 0.
L’Italia non molla dopo il doppio vantaggio: Balotelli dimostra di avere grande voglia. Anche di giocare.
45′ Krohn-Dheli sfrutta l’assonanza con una malattia infiammatoria cronica per terrorizzare Abate e buttarla in mezzo.
La reazione danese sembra tutta qui, ma arriva l’ennesima palla da destra: gran piatto al volo di Kvist dal limite e giochi riaperti.
Italia 2 Danimarca 1.
<Intervallo>
Mazzocchi tiene il conto, in tempo reale, dei bambini che stanno morendo nel mondo: – Cinque! Altri dodici! Trenta! – L’idea è commuovere i telespettatori e far donare un euro a non so quale onlus. Questo è servizio pubblico.
La morte, allegoricamente rappresentata dalle domande di Goria e dalla voce nasale di Abete, ci trascina alla ripresa.
</intervallo>
Quella di Osvaldo dura 16 secondi. Il tempo di scaricare una manata sul viso di Stokholm, già provato dall’esser nato in Danimarca con quel cognome.
Rosso diretto: per l’argentino è tempo di doccia. E anche per una tifosa danese.
L’Italia si raccoglie a difesa del vantaggio e tocca a Balotelli fare reparto da solo. La Danimarca spinge, forte dell’uomo in più, ma senza organizzazione.
A un tratto Pirlo è libero di lanciare senza marcatura: non capitava da 7 mesi.
Il pallone del capitano spiove dietro la linea difensiva: Balotelli taglia e sfiora appena, beffando Andersen in uscita.
Italia 3 Danimarca 1.
La reazione danese è velleitaria: schema per il tiro da fuori che si conclude con un colpo da biliardo. La palla è fuori dal tavolo.
Balotelli scatenato, salta Agger ma c’è fallo: sarebbe andato in porta. Vecchia ruggine tra i due: – Man skal aldrig græde over spildt mælk- sibila il difensore.
In danese credo significhi la fica della Fico.
57′ Palla al giovane talento Eriksen, il più quotato dei danesi. – A quanto? – chiede Buffon. Il numero 8 riceve al limite e ha tempo di prendere la mira: tiro poco sopra la traversa.
Balotelli corre, si impegna e protegge la palla, vedendosela anche con 4 danesi: prove di dopo-partita. Dossena: – Balotelli col corpo fa ciò che vuole.
E non solo col suo.
81′ Montolivo prova ancora da fuori, Andersen ancora insicuro.
82′ Rommedahl scarica il destro in diagonale, pallone sfiorato da un compagno e fuori di un soffio.
L’ultima emozione è la standing ovation per SuperMario, che lascia il posto a Destro e raggiunge Osvaldo negli spogliatoi.
Vittoria meritata e Italia in testa al gruppo di qualificazione: la vendetta, a differenza del biscotto, si serve fredda.
Olanda-Spagna, mondiali 2010
Un piccolo riassunto di ciò che vi hanno detto per giorni sulla finale: ragnatela di passaggi, qualità a centrocampo, cantera, Villa, Fabregas titolare in ogni altra squadra, Casillas penetra Sara Carbonero, Sara Carbonero distrae Casillas, vota la più bella del mondiale, due finali perse, Sneijder, Robben, calcio totale, Cruijff, leggermente favorita ma partita secca, calcio è questo un episodio è decisivo, polpo Paul, polpo Paul è tedesco, polpo Paul è inglese, polpo Paul è italiano, cazzi e mazzi.
4′ L’Olanda dispensa falli come un prete a catechismo.
5′ Punizione nella metà campo oranje: palla dentro da destra e Sergio Ramos trova un colpo di testa perentorio, su cui Stekelenburg si distende alla grande. La telecamera indugia poi sul difensore: da vero fan di Ligabue, sta urlando contro il cielo.
6′ Iniesta è uno spot per il calcio. Lo guardi e pensi: questo sport può far scopare chiunque.
7′ Busquets è distratto dalla moglie di Van der Vaart e passa a Kuijt che, distratto a sua volta, calcia centrale.
9′ L’Olanda come mia nonna: pressione alta.
10′ Sergio Ramos salta Kuiyt a destra, entra in area e scaglia un tiro-cross a pelo d’erba: la difesa si salva.
14′ Van Persie colpisce secco il pallone, non facendo caso alla caviglia di Capdevila che si trova davanti: giallo.
16′ L’Olanda può vincere solo grazie ad un invenzione di Sneijder o Robben: per questo Puyol tenta di spedire quest’ultimo su sedia a rotelle, come un malato di SLA qualsiasi. Una malattia terribile, forse legata al doping: per fortuna nel calcio il doping non esiste.
17′ Sneijder tenta l’esterno destro su punizione, sapendo che la traiettoria dello Jabulani è prevedibile quanto le alleanze dell’UDC. Ma non stavolta: come Sara Carbonero, la sfera termina tra le braccia di Casillas.
22′ Van Bommel ricorda per simpatia un dildo anale ricoperto di segatura*: lo dimostra subito conquistando un cartellino giallo, seguito a ruota da Sergio Ramos.
*esperienza riferita.
26′ Cambio di gioco verso Robben, dimenticando la prima regola del Fight Club: non parlare mai del Fight Club e non far mai rimbalzare lo Jabulani: palla fuori.
27′ L’Olanda illumina il palcoscenico con uno scampolo di calcio totale: è quello di De Jong sullo sterno di Xabi Alonso. Wild wild Webb ha la personalità di Franceschini e si limita al giallo.
30′ La Spagna butta fuori il pallone, permettendo l’entrata dei medici. Heitinga tenta di restituire il favore e per sbaglio quasi beffa Casillas da 30 metri.
35′ Calcio d’angolo: Robben fuori, Van Bommel calcia senza pressione, malamente. Diventa un assist per Mathijsen, che come un cuoco senza esperienza fallisce il piatto.
38′ Le proprietà fissative del gel di Xavi sono più interessanti della sua punizione da 30 metri.
45′ Azione confusa in area e palla fuori: Robben si sposta il pallone per trovare luce tra due avversari e calcia sul primo palo, con Casillas che salva in angolo.
Due minuti di recupero, poi il duplice fischio pone termine allo strazio.
47′ Calcio d’angolo, Puyol indirizza male il colpo di testa e serve Capdevila: pallone ciccato davanti alla porta.
51′ Robben è come Berlusconi. Fa sempre la stessa cosa, ma non riescono a fermarlo.
52′ Sneijder mette a terra un campanile da 50 metri con la facilità imbarazzante con cui un campanile da 50 metri metterebbe a terra me, se mi crollasse addosso.
55′ Robben in contropiede salta mezza Spagna, Sergio Ramos è decisivo nel bloccare il tocco al centro verso il bramoso Van Persie.
57′ Operazione simpatia di Van Bommel: restituisce palla agli avversari in fallo laterale, a pochi metri dal fondo, portando così l’Olanda a pressare.
61′ Sneijder recupera un pallone a centrocampo e inventa un passaggio verticale per Robben. Difesa iberica tagliata, Robben solo davanti a Casillas: lo aspetta e lo spiazza, ma il portiere devia di tacco cadendo.
64′ Xavi finisce a terra, Van Bommel si avvicina e calcia con lealtà il pallone sulle costole.
66′ Van Persie può essere formidabile in accelerazione, ma se ne ricorda solo a 25 minuti dalla fine del mondiale: Capdevila lo abbatte per evitare guai e ottiene l’ammonizione.
68′ Piqué porta palla fino alla trequarti offensiva. Un tocco di palla decisamente migliorato, da quando limona con Ibrahimovic.
69′ Jesus Navas rileva Pedro, cammina sulla lentezza di Van Bronckhorst e trova un cross su cui Heitinga buca. Villa ha la palla buona a due metri dalla linea, ma colpisce il piedone dello stesso Heitinga in recupero disperato.
72′ Il destro di Villa trova il cameraman alla sinistra di Stekelenburg.
75′ Jesus Navas alza il cross oltre l’ultimo difensore olandese, Villa fa lo stesso col tiro.
76′ Combinazione Villa – Xavi – Villa, il tiro è deviato in calcio d’angolo. Sergio Ramos di testa a botta sicura, ma non salta abbastanza per schiacciare il pallone.
78′ Van Bommel cerca di nuovo l’espulsione, poi reazione di Iniesta. Nulla di fatto.
80′ Iniesta fa fuori con un numero Heitinga ma prima dell’area piccola trova la rischiosa e provvidenziale scivolata mancina di Sneijder.
82′ Robben vola a velocità folle verso la porta sulla palla spizzata da Van Persie. Subisce il fallo da ultimo uomo di Puyol ma resiste in piedi, permettendo a Casillas di chiudere.
83′ Robben vola a velocità anche superiore per insultare l’arbitro Webb.
84′ Bagni fa notare che Robben stasera ha avuto due palle, e tutte e due centrali.
86′ Entra Fabregas e ha lo stesso gel di Xavi.
90′ Ectoplasma dei supplementari.
92′ Sneijder prova a tirare in porta da 40 metri, ignorando un taglio di Robben. Ma non era nulla di grave.
94′ Iniziano i supplementari: Iniesta in verticale sull’errore olandese, Fabregas calcia sui piedi di Stekelenburg in uscita.
96′ Van Bommel commette un fallo che stranamente non configura reato.
97′ La strategia spagnola di continui cross per un attaccante di 1,75 m denuncia qualche limite.
98′ Un rimpallo mette Iniesta praticamente davanti al portiere, ma Giovanni Van Bronckhorst salva tutto.
100′ Villa per Jesus Navas, il cui tiro è deviato con Stekelenburg già a terra: fuori.
103′ Fabregas cerca di trovare un senso al suo mondiale: si incunea tra 6 avversari in progressione, il tiro in allungo è fuori.
108′ Heitinga rifila un calcio** ad Iniesta prima che questi possa entrare in area da solo: seconda ammonizione ed espulsione giusta.
**Il calcio più bello è solo su Sky.
110′ Iniesta viene abbattuto anche da Van der Wiel.
113′ Elia sguscia tra 3 avversari e guadagna una punizione. Sneijder tira sulla barriera: se ne accorgono tutti tranne l’arbitro, ed è rimessa dal fondo.
116′ Nell’azione seguente palla a Torres, il cui cross è respinto tra i piedi di Fabregas. E stavolta si fa ricordare davvero: filtrante perfetto per Iniesta, che controlla e trova il diagonale sul secondo palo. Si fa ricordare anche Van der Vaart, che ha tenuto in gioco il numero 6 spagnolo.
Iniesta è uno spot per il calcio. Lo guardi e pensi: e ora quanto scoperà?
Nulla di rilievo fino al termine: la Spagna è campione del mondo per la prima volta. Inutile spendere parole: altri penseranno a celebrare il trionfo.
Il mio pensiero va invece agli sconfitti: sappiate trovare il positivo anche nel negativo. Van der Vaart ad esempio: a terra, distrutto. Cosa c’è di positivo? Sua moglie dovrà consolarlo.
Cala il sipario e ancora una volta il calcio, stavolta con l’aiuto di un cefalopode, unisce i popoli, tramite i loro leader.
Sudafrica 2010 si congeda lasciando in dono il riavvicinamento tra Zapatero e Berlusconi: da oggi anche José Luis difenderà la piovra.
Olanda-Brasile, mondiali 2010
Quarto di finale Olanda – Brasile (d’ora in avanti, Braziu). Secondo l’approfondimento di gazzetta.it, sugli spalti sarà pieno di figa. Non siete anche voi sulle spine? Chi è la tifosa più bella del mondiale? Non lo so, scopritelo: è una caccia al tesoro.
A dire il vero io non ho ancora superato l’eliminazione del Portogallo di Ronaldo. Mi sento molto vicino a Cristiano: un po’ per la sua irriverenza, un po’ perché anch’io ho detto no a Paris Hilton. Mi aveva chiesto se avessi da accendere.
1′ Convinto che la partita inizi alle 16:30, mi dibatto in un affannoso dormiveglia.*
*tratto da una storia vera
10‘ L’urlo dei vicini mi insospettisce e accendo la tv: vuvuzelas oltre il livello di guardia per il goal do Braziu. La rete di Robinho arriva su una verticalizzazione di 25 metri di Felipe Melo, su cui la difesa olandese si schiude come le labbra di chi ambisce ad un ministero.
11′ Reazione rabbiosa degli Oranje: Kuijt rientra quasi dal fondo e scarica il destro: Julio Cesar si fa trovare pronto.
14′ Heitinga guadagna l’ammonizione per un fallo a palla lontana su Luis Fabiano. Azione importante, perché ricordiamo insieme che egli è O FABULOSO.
17′ Punizione per l’Olanda sulla trequarti offensiva. Van Persie sul pallone, ma la preghiera di Kakà è esaudita: la palla vola tra le nubi, dove Dio blocca sicuro.**
**telecamera esclusiva per gli abbonati Sky
23′ Sneijder e Robben sembrano in difficoltà, e sono gli unici che possono portare l’Olanda e le sue tifose in semifinale.
25′ Il Braziu si mostra sicuro e trova quasi il raddoppio: palla buttata in mezzo e Juan gira alto di piatto. Troppa potenza: un piatto forte.
27′ Maicon verticalizza per Kakà sulla destra, ma Dio ha deciso: Ooijer lo abbatterà.
28′ Dani Alves calcia una punizione tesa, O Fabuloso impatta da posizione defilata, nessun pericolo.
29′ Maicon è impressionante in velocità : un tackle fortunoso lo ferma prima che torni indietro nel tempo.
30′ Lancio lungo per Van Persie, tocco indietro per Robben. Quattro contro di lui; capisce che non c’è speranza e decide di punirne almeno uno scaricandogli addosso il sinistro.
31‘ Sul contropiede stupenda combinazione Robinho – Kakà, con il tacco del primo che libera il secondo; Ricardo ha tempo di prendere la mira e piazzare l’interno verso l’incrocio più lontano, ma Stekelenburg vola e tocca in angolo. Ho un’evidente erezione, perdonatemi: non resisto quando vedo un bel tacco.
32‘ Robben salta sempre il primo uomo, ma in campo ce ne sono altri.
34′ Schema dell’Olanda su calcio d’angolo. Robben finge di lasciare il posto ad un altro tiratore: in realtà rimette in gioco sfiorando appena la palla e se ne va. Sneijder dovrebbe dirigersi con tranquillità verso la palla, come per andare a battere (in Olanda è legale)e crossando invece all’improvviso il pallone, già in gioco. Lo scherzo non riesce: nel Brasile non c’è Chiellini.
38′ Maicon scatta sulla destra, vincendo facile la sua batteria.
41′ Tentano di uccidere Kakà, ma è difficile anche colpirgli la gamba. He belongs to Jesus.
45′ Ancora in quattro contro Robben, che usa la stessa finta dagli ottavi di Champions: fermato.
46′ Maicon sfrutta una palla filtrante sulla destra e scaglia la sfera con la rabbia di chi ha passato un anno con Balotelli: deviazione non vista e palla fuori.
All’intervallo, verde-oro (in divisa blu) in vantaggio di una rete e in campo con grande personalità. Robinho e compagni non sembrano aver accusato la visita in Brasile di Berlusconi.**
**chi l’avrebbe mai detto? Un puttaniere italiano in Brasile.
Io un po’ di paura l’avrei avuta: Silvio ha portato sfiga già all’Inghilterra. Ma è stato un errore: nelle sue intenzioni la s non c’era.
La seconda frazione inizia senza novità: sono sempre al pc a scrivere.
47′ Van der Wiel vede avvicinarsi Melo e si butta, ma l’atleta di Cristo non commette fallo: simulazione e giallo per l’arancione.
46′ Dani Alves per Kakà; aggancio splendido con la punta, palla in profondità per O Fabuloso che guadagna un angolo concludendo in scivolata.
49′ Van Persie, come un’aspirante wag, si attira addosso 3 giocatori, prima di liberare al limite Sneijder; controllo ad alzare la palla e sinistro strozzato che termina fuori.
51′ Michel Bastos cerca di anticipare Robben sulla trequarti; non c’è contatto, ma l’olandese cade al suolo, spinto probabilmente dalla mano invisibile di Adamo Smith.
Snejider batte per lo stesso Robben, che restituisce il pallone: lancio in area del numero 10 oranje e Felipe Melo trova una buona autorete di testa sull’uscita incerta di Julio Cesar.
60′ Daniel Alves rientra e da 20 metri incrocia il destro, fuori non di molto.
63′ Ammonito De Jong, che ostacola il doppiaggio di Robinho trattenendolo per la casacca.
65′ Cross basso di Maicon, respinta sui piedi di Kakà, che ha tempo di aggiustarsi il pallone e cercare l’appoggio verso l’incrocio dei pali. Ma Dio ha deciso: il pallone uscirà di poco.
68′ Calcio d’angolo di Robben, Kuijt spizza il pallone in direzione di Sneijder, solo sul secondo palo: colpo di testa e Olanda in vantaggio.
Robben e Sneijder sembrano Tom e Holly, ma con groupies decisamente migliori di Patty.
71′ Kakà cade in area, Dio fa segno di alzarsi.
72′ Felipe Melo chiude in bellezza: irriso da Robben, lo mette giù e gli rifila un pestone sulla coscia. Cartellino rosso: arrivederci al 2014.
Intanto Robinho nota che Robben rasato a zero può ricordare Zidane e questo scatena il panico.
75′ L’arbitro accorcia l’aspettativa di vita di Ooijer tirando fuori per sbaglio il cartellino rosso. Si tratta in realtà solo di ammonizione.
76′ Fuori O FABULOSO e il suo potere ammorbidente, dentro Nilmar.
79′ Van Persie si incarica di calciare anche una seconda punizione, ma in realtà la infligge ai suoi tifosi.
80′ Calcio d’angolo per il Brasile: Lucio trova la girata, deviazione della difesa. E quindi ancora
Calcio d’angolo per il Brasile: palla che attraversa tutta l’area piccola sul liscio di Van Bommel , con Kuijt che mette fuori. Si tratta del terzo
Calcio d’angolo per il Brasile: senza esito. Non frutta nemmeno un altro
Calcio d’angolo per il Brasile.
83′ Van Persie difende palla nel cuore dell’area avversaria, tocco per Kuijt che in qualche modo appoggia a Sneijder: impatto con la palla sporco.
84′ Contropiede di Kakà, che salta il diretto avversario con facilità imbarazzante e indirizza verso il primo palo: la traiettoria sembra buona ma c’è deviazione: calcio d’angolo per il Brasile.
85′ Huntelaar rileva Van Persie, quasi senza pensarci. Cambio automatico.
86′ Kuijt ricorda Messi nello slalom con cui semina il panico nella difesa della Seleçao, ma Juan trova una scivolata strepitosa in recupero. Messi a sua volta ricorda Maradona, per ammissione dello stesso Diego: “Leo come me nell’86”. Nano.
87′ Lucio in avanti, la tiene forse troppo, anche se ottiene una punizione.
Lucio, dalla.
88′ Mi allontano in segno di protesta per la battuta precedente. Ma Dani Alves non bada a me e tira sulla barriera.
92′ Rinvio di Stekelenburg e 3 giocatori dell’Olanda sono lanciati a rete: difesa del Brasile a farfalle.
Kuijt impiega però 20 secondi a mettere giù il pallone, come il miglior Pepe, e Juan riesce ad anticipare il tocco indietro per Robben.
93′ Triplice fischio: Olanda 2 – Brasile 1.
Mani tra i capelli per Kakà, istantanea perfetta per il dramma di una nazione: i bravi ragazzi vanno in paradiso, quelli olandesi in semifinale.
Slovacchia-Italia, Mondiali 2010
Ore 16, Johannesburg: Italia e Slovacchia si giocano il passaggio del turno dopo un inizio di torneo raccapricciante.
Vigilia agitata da provocazioni. Bossi parla di “partita comprata”, ma fa confusione: quella fu Italia-Camerun ’82.
Gli azzurri sembrano non essere stati toccati dalle polemiche, protetti dagli allenamenti a porte chiuse decisi da Lippi. Sessioni di grande intensità sulla fase difensiva e di impostazione della manovra.
Lavoro differenziato invece per Pepe, nel tentativo di insegnargli a calciare.
Si vedrà: è proprio il neo-juventino che compone il tridente offensivo con Di Natale, preferito a Gilardino, e Iaquinta. A centrocampo la novità Gattuso al posto di Marchisio.
1′ Si parte: Di Natale prova il tiro da 40 metri, palla alta sulla traversa. Buffon: “Di Natale? Se fosse al Barcellona avrebbe il posto fisso, di fianco a Messi non si noterebbe la differenza”.
E in parte mi trova d’accordo, il posto fisso lo avrebbe: in panchina.
Per quanto riguarda le differenze con Lionel, sono in effetti impercettibili, finché non hanno il pallone tra i piedi.
3′ Iaquinta prova il tiro col sinistro. E non è una buona idea, vista la qualità del suo destro.
5′ Palla lunga della Slovacchia, deviazione di testa a seguire per Hamsik, che ciabatta il sinistro. Difesa azzurra immobile; comunque già meglio del solito.
La nazionale dell’Est sembra poter creare difficoltà da subito, con lanci in profondità e cognomi impronunciabili.
9′ Il gioco si ferma perché ci sono 2 palloni in campo, ma è falso allarme: sono i coglioni di Gattuso.
12′ Marchetti esce a pugni chiusi, ma sbaglia: doveva prendere Hamsik.
13′ Bagni ripete, con intonazione casuale, l’ultima frase di Civoli.
18′ La Slovacchia cerca di intimorire gli azzurri con una serie di falli in sequenza, come nelle peggiori gang-bang.*
*di Caracas.
19′ Gli azzurri si intimoriscono.
20′ Ancora un po’.
21′ La difesa italiana ha grossi problemi. Non a caso il ministro è La Russa. Ogni lancio diventa un’occasione, sembra di vedere una puntata di Holly e Benji. Una delle prime 3000, dove ancora non hanno scoperto il fuorigioco.
23′ La svolta della partita. De Rossi passa la palla ad un avversario, che la passa a Vittek, che segna. Marchetti sfiora ma non ci arriva.
Il collega Buffon cerca comunque di spronare i compagni dalla panchina, urlando e masticando un chewing-gum come un leone ferito. Che mastica un chewing-gum.
Stimo Gianluigi: un infortunio lo mette fuori causa per l’intero mondiale, ma rimane con i compagni. Un sacrificio non da poco, se pensate chi lo aspetta a casa.**
**questa battuta è stata copiata da Luttazzi. Non so da chi l’abbia copiata lui, scopritelo: è una caccia al tesoro.
25′ Pepe tira come sa: fuori.
28′ Di Natale va giù e urla: “Ma cazzo!” Ed è la sua azione migliore.
30′ Ammonizione per Cannavaro. Il Capitano non è quello del mondiale 2006, ma basta con le critiche. “Se gioco bene sono esperto, se gioco male sono bollito.” Ma chi penserebbe che è finito? Ha almeno un paio di anni ad alto livello. Per questo va a giocare in Arabia Saudita.
32′ In panchina Pirlo sembra teso. Forse agitato. O è tranquillo? Non lo so, sembra la Canalis: ha una sola espressione. Ma meno piacevole.
33′ Cannavaro prova a farsi espellere, ma Webb lo grazia. La prima sperimentazione della FIFA: l’arbitro 2.0.
34′ Skerba si accentra e prova una sassata da 30 metri, con Marchetti a deviare in volo.
35′ Pepe lancia Hamsik.
37′ La profondità della manovra azzurra è quella di un testo di Lady Gaga.***
***PO PO PO PO PO PO PO PO PO POker face.
39′ Vittek restituisce il pestone a Cannavaro, ma l’arbitro applica 2 pesi e 2 misure ed estrae il cartellino. Un piccolo aiuto, va bene. Ma è sintomo di quanto l’Italia conti poco ormai: col fascismo precedente ci avevano regalato un mondiale.
42′ Gattuso vuole dimostrare che è ancora quello del 2006 e sfruttando un paradosso temporale opera in artroscopia Strba. L’amputazione dell’arto sarà il pericolo più grande del primo tempo slovacco.
43′ Una telecamera farfallona indugia sullo stile del ct Weiss: un alcolico miscuglio tra Corona, il padrino e Ronald McDonald. Ma con meno eleganza.
45′ Vittek palleggia una trentina di secondi al limite dell’area italiana: all’improvviso si stufa e appoggia a Kucka, il cui siluro pela il palo.
Nel recupero pallone buttato dentro per Montolivo, che spedisce la sfera verso il cielo. Azione fondamentale, perché mi accorgo che Montolivo è in campo.
Un primo tempo francamente brutto. Qualche sprazzo di divertimento nel cercare di anagrammare le parole di Bagni per cavare una frase di senso compiuto, ma è una gioia che agli spettatori allo stadio è negata.
Per quanto visto, è necessario un cambio per dare la scossa: fuori l’Italia e dentro il Brasile.
Lippi è invece di altro avviso e toglie Gattuso e Bocchetti. A destra Maggio, nel resto del campo rimane giugno. Quagliarella fa il suo esordio mondiale.
47′ Cannavaro tenta di lanciare Vittek con un passaggio orizzontale, ma è impreciso anche nelle cazzate e Chiellini rimedia.
Da lontano, Maggio ricorda il vampiro Bill Compton di True Blood, e potrebbe quindi andare a fuoco a minuti.
48′ Quagliarella salta un uomo. Ed è un avversario! Ammonizione.
52′ Lippi ha bisogno di portare qualità in campo e c’è l’imbarazzo della scelta:
Bocchetti, Bonucci, Palombo, Camoranesi, Marchisio. “Rianimate Pirlo!”, ordina.
54′ Di Natale davanti al portiere su filtrante di Maggio; potrebbe segnare, ma preferisce lanciare un messaggio sociale sulla siccità del continente africano, abbattendo una borraccia fuori campo.
55′ Pirlo rileva Montolivo ed è fondamentale: mi ricordo che Montolivo era in campo.
58′ Quagliarella mette un pallone in mezzo dopo aver saltato un altro uomo. C’è fermento: la nazionale italiana può davvero saltare un uomo!
62′ Di Natale prova il tiro a giro, neutralizzato in 2 tempi. Senza troppo sforzo, in realtà. Ma poteva andare peggio: poteva calciare Pepe.
66′ Quagliarella ha dato in effetti vivacità all’attacco. Innesca un’azione offensiva sulla destra e sull’angolo conseguente trova una mezza girata potente: salvataggio sulla linea.
70′ Stoch in contropiede sbaglia il colpo del k.o. calciando d’esterno dopo essere rientrato bene. Se avesse atteso altri 14 minuti mi avrebbe servito su un piatto d’argento una battuta così brutta che devo dirla: Stoch ’84.
72′ Chiellini fa il capolavoro in scivolata su Hamsik, quasi in area piccola.
73′ L’azzurro si rifà subito: sviluppi dell’angolo e pallone calciato al volo dentro l’area, Vittek lo anticipa e l’Italia è praticamente fuori: Slovacchia 2 – Italia 0.
Nel calcio però nulla è scritto. Pensate a Milan-Liverpool: da 3-0 a 3-3. E ora pensate alle mille altre volte in cui da 3-0 è rimasto 3-0.
75′ Pepe impreziosisce la sua gara con un’ammonizione. Meritava il rosso, ma l’arbitro stavolta dà una mano agli slovacchi.
79′ Quagliarella è come Fini. Fascista? Non so, però porta scompiglio a destra: fa fuori 2 uomini, triangolo con Iaquinta e tiro. Respinta corta, Di Natale insacca la rete che riapre la gara.
80′ Quagliarella si getta dentro la porta per recuperare il pallone e accelerare il gioco. Un’idea che di solito produce l’effetto contrario, per via della rissa col portiere ne scaturisce. E infatti l’attaccante partenopeo riceve il jab di Mucha e si perdono minuti preziosi.
82′ Pirlo si rifiuta di passare la palla a chiunque e ne ha tutte le ragioni.
85′ Azione italiana sulla sinistra, palla in mezzo al limite dell’area piccola e Quagliarella insacca di piatto, ma è fuorigioco. Mia mamma urla.
88′ Occasione per Di Natale che non riesce a controllare col tacco. Col cazzo, che riesce a controllare.
89′ La Slovacchia si distende in avanti e guadagna una rimessa in zona avanzata.
Palla buttata in area, il neo-entrato Kopunek si infila indisturbato tra 4 e scavalca Marchetti.
Rete da fallo laterale: da giugno nei migliori oratori.
92′ Quagliarella fa con il destro ciò che a suo tempo fece la madre della Bellucci: una cosa meravigliosa. Tocco sotto da 20 metri, il portiere slovacco sfiora soltanto e la palla è dentro.
93′ Sceneggiata del portiere slovacco sul contrasto di Chiellini.
96′ Rimessa in gioco di Chiellini: è un cross sul secondo palo, la posizione è ottima per il tiro. Ma il tiro è di Pepe, che chiude col mondiale e con la nazionale sparando fuori di destro.
Lippi sfoggia l’usuale umiltà, rientrando nello spogliatoio a deglutire la boria senza concedere interviste.
Dopo la terza partita del girone, l’Italia è fuori. E visto il gioco, avrebbero dovuto cacciarli prima.
Ma non fatene un dramma. Prendete per mano la vostra ragazza stasera, uscite all’aperto e guardate il cielo. E mentre alzate lo sguardo, attratti da quel bagliore lontano, ricordate che non è la luna. E’ il sorriso di Cassano.
Olanda – Italia, Europei 2008
Primo tempo
L’Europeo dell’Italia comincia allo Stade de Suisse di Berna, contro l’Olanda allenata da Marco Van Basten.
Arbitro dell’incontro, a sorpresa e in incognito, Claudio Baglioni.
Donadoni scioglie l’unico vero dubbio: De Rossi in panchina e dentro Ambrosini. Bravo ad interdire, grande personalità in fase di impostazione, tiro eccezionale; scelta quasi obbligata, se queste non fossero le caratteristiche di De Rossi.
Ambrosini ha comunque qualcosa da insegnare al romanista sui colpi di testa e, in misura maggiore, sui colpi di sole.
Gli azzurri partono forte con Di Natale; discesa elegante sulla destra, sguardo in area e cross: tutto perfetto se l’unico compagno, LucaToni, non si trovasse 5 metri dietro.
Dal canto suo, l’Olanda si fa notare nella metà campo avversaria con un accostamento maglia-calzettoni quanto mai imbarazzante.
Al sesto minuto anche per altro: Sneijder trova un tunnel di confusione su Gattuso e appoggia fuori per Van Nistelrooy; il destro si schianta su Barzagli, che confeziona così il miglior intevento della sua partita.
Tra il 9′ e il 10′ magia di Gattuso: ara dapprima la caviglia di Van der Vaart e poi quella di Van Nistelrooy cavandosela senza giallo. Sneijder, innervosito dal comportamento del milanista, spara la seconda punizione sui glutei di Ooijer, piuttosto infastidito.
L’Italia prova quindi a ripartire ma è fermata dal recupero di Van der Vaart, che dopo una manche tra i paletti azzurri con ottimo intertempo prova il diagonale: Buffon è campione del mondo e blocca a terra.
Poco più di un minuto e risposta azzurra sulla destra: combinazione Panucci-Camoranesi e palla scaricata fuori per Gattuso. Anch’egli è campione del mondo e trova un cross quasi morbido, considerando il suo sinistro: Toni cerca l’incrocio sul secondo palo con un colpo di testa in torsione, senza fortuna.
La torre azzurra avrebbe fatto meglio ad assecondare in parte il premier in carica, cercando il ponte nello stretto per l’accorrente Di Natale, solo al limite dell’area piccola.
A questo punto è opportuno ascoltare la prima profezia di Salvatore Bagni (clicca per ascoltare).
Minuto 17 e lancio dalla destra per Kuyt; questi evita Zambrotta col primo tocco e serve con una verticale perfetta Van Nistelrooy, solo davanti a Buffon.
Il 9 orange salta l’estremo difensore e viene toccato; Inzaghi sarebbe già a terra urlante ma Ruud resiste, anche se il contatto non gli permette di calciare: cross respinto in qualche modo.
Devono passare altri 5 minuti ed ecco un accenno di reazione da parte italiana: Ambrosini guadagna un calcio di punizione sulla tre quarti avversaria, lancio lungo di Pirlo e Toni, purtroppo alto solo 196 centimetri, riesce appena a sfiorare la sfera.
Punizione quasi speculare calciata poco dopo da Van Broscov; Materazzi prolunga in calcio d’angolo evitando un colpo di testa a 30 cm dalla riga di Van Nistelrooy.
Si arriva al minuto 25, con punizione per l’Olanda molto decentrata sul lato destro della tre quarti offensiva. Van der Vaart prova il tiro-cross sul secondo palo; Buffon esce, smanaccia, scaraventa via a manate in testa Panucci che lo ostacola e rientra tra i pali.
Col difensore azzurro a terra oltre la linea di fondo, il pallone è toccato da Mathijsen per Sneijder, che colpisce di prima. Il tiro cross mancino sfiora i piedi di tre difensori azzurri senza che questi, forse intimoriti dal giro di vite promesso dal premier in carica1, tentino di intercettare: pallone che prosegue dunque la sua corsa fino al piattone destro di Van Nistelrooy, per il vantaggio orange.
Proteste azzurre. Il realizzatore è però tenuto in gioco, secondo il guardalinee e il regolamento, da Panucci, la cui posizione è da considerarsi sulla linea di fondo. LucaToni si guadagna un’ottima ammonizione indicando il replay dell’azione sul maxi-schermo e cantando all’arbitro “Strada facendo vedrai”.
Il capocannoniere della Bundesliga prova a rifarsi con un doppio dribbling incredibilmente riuscito, venendo poi bloccato in seconda battuta.
30′. calcio d’angolo di Pirlo, quasi auto-rete, palla respinta sulla riga e contropiede olandese condotto da Van der Vaart che apre largo sulla sinistra per la percussione di Van Broscov.
Cambio di gioco su Kuyt, il quale fa l’unica cosa possibile quando si riceve un pallone alto sul lato corto dell’area di rigore e c’è un solo compagno nei paraggi, al centro dell’area avversaria: sponda in mezzo.
Lo capiscono tutti a parte la difesa italiana, con tentativo tardivo e disperato di chiusura da parte di Di Natale (!) e di Buffon in uscita; il numero uno chiude lo specchio a Sneijder, che riesce però a superarlo con una girata rapida sul primo palo. Olanda 2 Italia 0. Un risultato a dir poco inatteso, soprattutto alla luce delle parole del profeta (clicca per ascoltare):
Donadoni si consulta con il suo secondo per capire se il regolamento consenta di far entrare Cannavaro al posto di Barzagli, Materazzi, o se possibile, entrambi, ma deve arrendersi.
L’Italia prova a reagire: cross di Camoranesi e girata dD Natale, Van der Sar blocca senza difficoltà.
Al 35′ ammonizione per Zambrotta, forte di una bella tradizione contro l’Olanda; stavolta il merito è di Materazzi che lancia Kuyt sulla fascia con un interessante sinistro, costringendo il laterale al fallo tattico.
L’Italia tenta ancora di spingere sulla destra, dove Camoranesi lascia crossare Gattuso: questo non è bene e Van der Sar blocca infatti in presa alta.
Il rinvio è conquistato dalla difesa italiana; palla per Ambrosini che a 31 anni e con due reti da recuperare opta saggiamente per tentare il primo colpo di tacco della sua carriera: palla restituita all’Olanda.
Bisogna arrivare al 42′ per trovare Van der Vaart che taglia il campo con un filtrante rasoterra: Van Nistelrooy è davanti a Buffon ma il tiro è precipitoso e respinto di piede in angolo.
Chiude la frazione l’Italia, con Di Natale che controlla un lancio di Gattuso e prova il tiro dal limite, consegnando il pallone ad un tifoso appostato dietro la porta.
Secondo tempo
Si comincia, ebbene sì, con lo stesso risultato con cui si è finito. Ma nulla di cui preoccuparsi (clicca per ascoltare).
48′. Di Natale capisce che il modo più efficace per andare in porta è saltare tutti gli avversari, ma al 3° deve arrendersi e toccare indietro.
L’Olanda risponde con un passaggio al limite dell’area verso Van Nistelrooy che anticipa netto Materazzi; Marco è però campione del mondo e lo manda a terra con un calcio in rotazione sotto il ginocchio di pregevole fattura, senza che l’arbitro se ne avveda.
Passano due minuti e Gattuso trova finalmente l’ammonizione cercata per tutto il primo tempo.
53′. Pirlo e Zambrotta rimembran d’esser anche loro campioni del mondo; gran lancio del regista arretrato e Zambrotta può sbeffeggiare Kuyt: lo salta con l’esterno destro sul fondo, rientra e scarica d’esterno non troppo lontano dall’incrocio sul secondo palo. Van der Sar immobile, come natura vuole.
Un minuto e Materazzi lascia il posto a Grosso; a seguire De Jong rimedia l’ammonizione per un fallo su Ambrosini e Toni prova ad entrare in area con 2 giocatori appesi alla maglia senza ottenere il fallo: normale amministrazione, insomma.
Minuto 61: Gattuso inventa un delizioso retropassaggio d’esterno che quasi lancia in porta Van Nistelrooy.
L’Italia preme ma in maniera confusa: Grosso fa 40 metri di campo in circa 3 secondi ma trova la respinta della difesa sul suo tentativo di traversone.
Poco dopo tocca allora a Pirlo guadagnare un calcio di punizione quasi sulla linea laterale, a 30 metri dalla porta; sistema con cura il pallone, guarda in mezzo e poi tira con nonchalance una sassata che esce di poco. Van der Sar si esibisce nella classica espressione del portiere che ha calcolato la palla fuori ma si è in realtà defecato negli slip.
Al 65′ il neo entrato Del Piero prova subito l’interno sul secondo palo, Van der Sar blocca.
Ancora Del Piero taglia fuori due avversari con un gran controllo e prova la soluzione a girare dalla sua zona preferita, con la palla che si perde di poco sopra la traversa. A memoria non ricordo un suo goal in A dalla zona Del Piero negli ultimi 5 anni; potrebbe quindi essere utile calciare da zone altrui.
Passa un minuto e l’autore del primo goal, Van Nistelrooy, lascia il posto al possibile autore del terzo, Van Persie.
L’Italia opera l’ultimo cambio, Cassano per Camoranesi. Buffon vuole sempre migliorare e si esercita nel dribbling mandando a vuoto Van Persie.
Passano venti secondi e il genio di Bari vecchia trova un lancio millimetrico per Toni; solo davanti a Van der Sar Luca opta per un pallonetto mancino che termina appena alto (circa 7 metri) sopra la traversa.
Van Basten inserisce Heitinga al posto di Bouhlaoruz.
Pirlo lancia da una trentina di metri pescando alla perfezione Grosso: difensore evitato con stop a rientrare e sinistro forte ma non angolato che Van der Sar respinge.
Passa un minuto, Del Piero si guadagna un calcio di punizione oltre i 20 metri e chiede a Pirlo di lasciarlo battere. Andrea risponde che può farlo a fine partita nei viali vicino allo stadio, prende il pallone e calcia una fucilata velenosa su cui Van der Sar, che è campione d’Europa, fa un’ottima figura.
L’Olanda si slancia in contropiede: Van der Vaart per Van Broscov, di prima al centro per Kuyt: tiro respinto da Buffon sull’esterno, Kuyt recupera e mette in mezzo per il colpo di testa vincente di Giovanni Van Broscov. Nell’occasione Barzagli marcava Van Basten.
Olanda 3 Italia 0.
Dopo aver scodellato il traversone della terza rete, Kuyt lascia il posto ad Afellay. C’è tempo per una punizione di Grosso da cui ci sarà da imparare per il prossimo 6 nazioni e per una percussione di Afellay imbeccato dal lancio di Van der Sar: lato corto dell’area di rigore, doppio passo e splendido destro ad incrociare. Buffon è campione del mondo, ma è il lato alto della traversa, che non lo è, a respingere il tiro dell’esterno olandese.
Minuto 88: Van Persie irride Barzagli e un altro paio di difensori (ma più Barzagli) e conclude con un sinistro potente di poco fuori oltre il secondo palo.
Si arriva alla fine con tre minuti di recupero e senza nulla di rilevante da segnalare.
Italia traballante in difesa, con Buffon migliore in campo ed ultima nel girone: le speranza di qualificazione rimangono tuttavia intatte grazie all’orrido pareggio pomeridiano tra Francia e Romania.
Manchester Utd-Roma, Champions League 07/08
Primo tempo
Ritorno dei quarti di finale di Champions League, si affrontano Manchester United e Roma.
Scarsa la considerazione di Ferguson nei confronti dei giallorossi: dopo aver parlato di semifinale contro il Barcelona in conferenza stampa, lascia fuori Ronaldo e Rooney. Non ci si può tuttavia lamentare dei sostituti Giggs e Tevez, se non per le inquadrature sul viso di quest’ultimo.
Da segnalare la grande delusione per i fan dei Looney Tunes: l’assenza del capitano romanista impedisce di vedere insieme dal vivo Totti e Sylvestre.
Primi sei minuti di gara che offrono situazioni poco ragionate: Mancini trova un ottimo colpo di tacco per mandare Cassetti al cross di sinistro; sull’altra sponda Park sceglie di servire Tevez, la cui somiglianza con Maradona è evidente anche e soprattutto nell’altezza, con una palla alta in area.
Tornando alla cronaca, è il nono minuto quando un corner di Giggs trova inspiegabilmente solo Brown: girata di testa sopra la traversa.
Diavoli rossi insistenti e combinazione Tevez-Giggs; il gallese temporeggia e trova un filtrante delizioso per Hargreaves, che davanti a Doni conclude da par suo: addosso al portiere.
La Roma soffre la velocità degli avversari ed è addirittura costretta a giocare a più di 3 tocchi, cosa che fa infuriare Spalletti.
13′: De Rossi di forza in area, il rimpallo è favorevole a Vucinic; Mirko stranamente non rientra e scarica il destro, respinta di ginocchio di Van der Sar1.
L’azione prosegue e Mancini, ricordando le qualità del portiere olandese, prova un tiro dei suoi2 senza fortuna.
Sedicesimo minuto: Tevez servito in velocità sulla destra, cross lungo sul secondo palo per Giggs e sinistro su cui Doni respinge ancora.
22′: Giggs lancia con il cantaGiro per Hargreaves in mezzo all’area romanista: Juan miracoloso in scivolata. Roma finora evanescente; non passa nemmeno un minuto e su cross arretrato dalla destra rasoterra d’incontro di Nani con risposta ancora sicura di Doni.
Minuto 28: De Rossi per Vucinic, sventola dalla distanza di destro e Van der Sar respinge come sa: male e centrale, ma la difesa allontana.
Recupera il pallone Mancini, punta Brown, entra in area e subisce il furbesco intervento del difensore: scivolata inutile ed è rigore per la Roma.
Se ne incarica De Rossi, che sceglie la soluzione di potenza; la trova, ma si scorda della precisione e la palla è sopra la traversa.
33′: Roma che prova a scuotersi. De Rossi serve Panucci, lancio lungo che trova la sponda di Vucinic per la conclusione di Perrotta dal limite, fuori.
Passano sei minuti e la discesa di Giggs semina il panico a sinistra, cross molto alto e Cassetti chiude in calcio d’angolo.
40′: Brown, sempre positivo stasera, infila con forza le ginocchia tra le vertebre di Vucinic mentre questi tenta di addomesticare il pallone: montenegrino a terra.
43′: Cassetti si ostina a crossare da lontanissimo con il piede sbagliato, e deposita ancora una volta tra le braccia di Van der Sar. Al vecchio Trafford si va a riposo a reti inviolate.
Secondo tempo
Calcio d’angolo di Giggs, Piquè sfiora ma non riesce a colpire, forse tradito dalle gomme.
47′: Carrick si getta a terra e riceve la sassata di Mancini sul costato.
48′: L’arma più pericolosa della Roma è Van der Sar. Vucinic lo sa: controlla e prova il rasoterra da 25 metri, palla che sfugge al portiere e Cassetti sfiora il tap-in.
50′: Tevez per Park, controllo del coreano che regala a Juan la possibilità per l’ennesima buona chiusura. Il calcio d’angolo conseguente vede la difesa giallorossa ignorare ancora Piquè, che forse appesantito da un carico eccessivo di carburante, non conclude.
Passano tre minuti e Cassetti crolla a terra sulla pressione di Carrick, tenendosi la spalla come in uno dei più drammatici episodi di un famoso cartone giapponese. Tevez scaglia il pallone fuori per permettere i soccorsi, Cassetti esce dal campo e lascia il posto a Tonetto.
La Roma guadagna un giocatore mancino a crossare da sinistra e il primo traversone pesca ottimamente Taddei: Rio Ferdinand respinge a corpo morto in angolo.
Corner ben battuto e Van der Sar è ossimoricamente bravo a bloccare sulla zuccata di Juan.
Si torna alla normalità al 68′ con un altro cross di Tonetto e portiere olandese che blocca ma cade fuori dal campo. Il corner è battuto corto, altro traversone teso dell’esterno romanista e Juan, poco convinto nell’azione, non corregge in rete a porta spalancata. Sembrerà incredibile, ma da quando sulla sinistra c’è un mancino, la qualità delle palle in area è migliorata3.
La partita si chiude al settantesimo: Heargraves a destra sulla trequarti e palla dentro quasi rasoterra per la testa di Tevez; grande avvitamento dell’argentino e la Roma saluta per il secondo anno ai quarti. Dopo il 2-0 dell’andata, Manchester avanti di una rete anche nel retour-match.
72′: Perrotta guadagna l’ammonizione per un intervento inutile su Park a centrocampo.
Passano 60 secondi e il Manchester sostituisce Giggs e Carrick con Rooney e O’Shea. O chi? O’Shea.
Partita che cala d’intensità e da segnalare ci sono soltanto ulteriori cambi, Neville per Anderson e Esposito per Taddei, quando mancano meno di 10 minuti al temine.
Sussulto a due minuti dalla fine: filtrante per Park in fuorigioco non segnalato, ancora Doni ad evitare il peggio con un’uscita a pelo d’erba.
E’ l’ultimo episodio da ricordare: il Manchester porta a casa vittoria di misura e qualificazione.
La Roma può invece piangere sul latte versato (ma sarebbe inutile) e anche sull’episodio del rigore (inutile anche questo), ma nel complesso paga una prestazione non all’altezza: molte occasioni per gli avversari e attacco convinto solo a sprazzi. All’anno prossimo.
1 Lo so, è strano di ginocchio, ma si tratta di Van der Sar.
Italia – Francia, Mondiali 2006
Primo tempo
Inizio morbido per la finale mondiale, con tocchi a centrocampo degni di una partita Allievi del campionato abruzzese. Henry ravviva subito il match, fracassandosi una tempia contro l’omero di Cannavaro e crollando a terra svenuto. Le malelingue parlano di scorrettezza, ma è certo da escludere un intervento intenzionale del nostro capitano, responsabile di sole 2 fratture nell’ultima serie A.
Le telecamere Rai indugiano sul volto di Domenech, colpito da infarto del miocardio al pensiero di giocare 89 minuti e 25 secondi senza TT, il quale esce dal campo con le sue gambe ma sembra piuttosto scosso.
Per fortuna del tecnico, un inserviente della panca francese fa inalare un’intera fiala puzzolente all’attaccante dell’Arsenal, che continua a non capire bene cosa sia successo ma fa il suo ritorno in campo dopo poco più di 3 minuti.
In tempo per gustarsi l’ammonizione di Zambrotta, che è noto per saper gestire bene le partite importanti: in Italia-Olanda del 2000 si fece espellere per 2 interventi di rara scaltrezza, e concede il bis sul proscenio mondiale con un’ammonizione straordinaria, falciando Vieira a pochi metri dalla porta. Intervento tatticamente ragionevole, se non fosse che la porta è quella di Barthez. Domenech comincia ad averne i testicoli colmi, e sono passati esattamente 5 minuti.
Punizione battuta con una sventagliata in avanti prolungata da Henry verso Malouda, che entra in area, vede arrivare Materazzi, capisce che è fatta e si butta a terra urlando.
L’arbitro non vede nulla, ma conoscendo Materazzi si affida alla statistica ed assegna il rigore. La moviola dimostra che Marco parte in effetti per operare in artroscopia Malouda, ma prima di impattare ci ripensa, ritrae la gamba e saltella su quella d’appoggio, evitando del tutto l’intervento. Mentre vi dico questo, Zidane è già sul dischetto e opta per il cucchiaio: traversa e palla dentro di 1 metro.
Numerose ricerche dimostrano che nel secondo e mezzo che la palla trascorre tra la traversa e il suolo della porta azzurra, la mortalità negli ospizi francesi raggiunge un picco del +35% rispetto alla media. 7° minuto e FranciaunoItaliazero.
Lippi predica calma, e la reazione azzurra infatti è composta, con Materazzi che cerca l’autogoal con un imperioso stacco di testa al nono: è un segno. Intanto la regia Rai entra nella storia, mostrando il replay del rigore di Zidane circa 14 volte, l’ultima delle quali da una microcamera inserita nel retto di un’aquila ingaggiata per circa 250.000 euro.
La reazione dell’Italia come detto è composta, a differenza della frattura che rischia Grosso per un intervento da manovale di Sagnol : giallo anche per il francese dalla testa quadrata.
A seguire calcio d’angolo procurato da Camoranesi, che invita Pirlo ad andare in battuta: di fronte ai tentennamenti del bresciano l’italianissimo Mauro German lo prega di non fare il babbeo, e Andrea va finalmente sulla bandierina.
Cross alto, Materazzi fa in tempo a complimentarsi con Vieira per la sua scelta di marcarlo lasciandoselo alle spalle prima di incornare in porta senza difficoltà, con Biglia Lucente che rimane furbescamente a metà strada tra l’uscita e la linea di porta, immobile. Al ventesimo, uno pari.
Fasi confuse dopo il goal, lampo di Totti al 24esimo, quando tocca il suo primo pallone e lo perde facendosi scaraventare a terra da Henry: sarà la sua azione migliore in questa finale.
Al 27esimo nuovo angolo, Vieira e Boccia Lucida dimostrano ancora la loro arguzia, facendo staccare di nuovo Materazzi con palla respinta a porta vuota, ma fischio successivo per una presunta irregolarità del 23 italiano.
La partita è confusionaria ma ha ritmo: al 29esimo Totti calcia una punizione dai 30 metri sui piedi della barriera, ed è un’altra delle cose migliori della sua partita, tra le 5 fatte.
La Francia cerca di reagire alla pressione, e alla mezz’ora Malouda effettua un retropassaggio a Buffon camuffandolo da sinistro a girare.
L’Italia capisce che il calcio d’angolo è l’azione più efficace, e al 35esimo ci pensa Toni a guadagnarsene uno. Pirlo ripete esattamente lo stesso cross delle occasioni precedenti: Vieira non ci sta e marca stretto Materazzi, dimenticandosi di Toni che salta da solo e colpisce benissimo. La traversa si dimostra più reattiva di Barthez e devia sopra sé stessa.
Si tergiversa fino a fine tempo, con un solo brivido al 44esimo, quando Totti insiste a calciare da metà campo sui piedi della barriera il terzo pallone toccato. Duplice fischio al 47esimo, Italia uno Francia uno.
Secondo tempo
Batte la Francia ed Henry decide di verificare di essersi ripreso dal tamponamento con Cannavaro: salta allora 6 uomini in circa 5 secondi di progressione, prima di appoggiare con gentilezza tra le braccia di Buffon.
Nel corso della stessa azione, Zambrotta dimostra di aver imparato la lezione, e mentre Malouda è a terra gli accarezza la nuca con il ginocchio sinistro, fingendo però di guardare da un’altra parte.
Si riprende, e al 4° minuto è ancora calcio d’angolo: schema identico a quello del goal di Toni all’Ucraina, Vieira non capisce nulla ma per sua fortuna Cannavaro gli gira il pallone sulla nuca, con Barthez di sasso.
30 secondi ed è ancora Henry, stufo di aspettare un assist decente, a saltare altri 6 avversari e sprecare tutto con un assist improbabile. Angolo susseguente, cross arretrato di Zidane e preciso destro di Ribery che termina fuori dallo stadio. Lo stadio di Stoccarda.
La Francia prende coraggio, Henry riceve da Malouda e cerca di far sedere Cannavaro con una finta: Cannavaro si siede volentieri e lo irride togliendogli il pallone da terra.
I galletti sono comunque convinti: Ribery sulla fascia, palla a Zidane, da lui a Malouda: Zambrotta, che segue una particolare dieta a base di fosforo, lo sgambetta in piena area rischiando il rigore e la propria vita al rientro in Italia. Elizondo ci grazia.
Decimo minuto, stiramento per Vieira e dentro Diarra, tatticamente tutto invariato. Cinque minuti dopo, De Rossi e Iaquinta rilevano Totti e Perrotta, tatticamente invariato anche per noi, ma grazie all’uscita di Totti ora giochiamo in undici.
Al 16esimo Italia in avanti, lancio a spiovere di Grosso e Toni inventa il goal più bello del mondiale, annullato per un fuorigioco di centimetri.
Un minuto più tardi filtrante francese per Henry, che dimostra di non aver smaltito del tutto l’infortunio provando a beffare Buffon sul suo palo.
Di minuti ce ne vanno altri 13 per vedere qualcosa di interessante, ed è un mani di Toni in area francese.
Trentunesimo, Diarra infila il gomito nell’orecchio di Toni ed è punizione da circa 25 metri. Barthez stranamente si muove, ma la punizione di Pirlo termina di un metro a lato.
Altri 4 minuti, e mentre lo spettro dei supplementari comincia ad ululare e sferragliare catene, Zidane cade a terra e chiede il cambio, provocando nuovi sussulti al cuore già provato di Domenech. Il ct francese finge di non capire e ricorda al suo capitano che Holly ha giocato almeno 20 puntate con una spalla fracassata, quindi per altri 10 minuti lui può resistere. Zizou non è convinto ma rientra accolto dal boato della folla.
Il livello di gioco nel secondo tempo è quello di un Cesena-Pisa dei primi anni ’90, e l’unica cosa da annotare è un timido tentativo di rinuncia al catenaccio, con Del Piero dentro per Camoranesi a 5′ dal termine.
Elizondo ha pietà degli spettatori e dopo 120 secondi di recupero spedisce nuovamente al riposo le squadre: l’ectoplasma dei supplementari avrà la sua mezz’ora di gloria.
Primo tempo supplementare
Nulla da segnalare fino al quinto minuto, quando Malouda riesce prima a saltare in tunnel Cannavaro e poi ad assestare una gomitata a Gattuso, intervenuto a fermarlo in seconda battuta. Lo stadio ammutolisce presagendo la tragedia imminente, ma il centrocampista azzurro crede all’involontarietà dell’intervento.
La partita si trascina: Francia che fa girare la palla con Zidane e accelera con Henry e Ribery, Italia che fa girare gli uomini per controllare Zidane e quando può lancia in avanti sperando in Barthez.
E’ proprio Ribery a dare una scossa al match al nono. Riceve palla da Makelele, finta sul diretto marcatore e effettua un passaggio filtrante per Henry; quest’ultimo chiude in qualche modo il triangolo prima che Cannavaro lo faccia decollare con un preciso tackle, consentendo ancora a Ribery di controllare, entrare in area e poi colpire di punta esterna: palla di poco a lato.
Le telecamere indugiano sul volto affranto del 22 francese, Domenech si accorge del brutto spettacolo e dopo pochi secondi il cambio Ribery-Trezeguet è cosa fatta. Nell’immediato la sostituzione non cambia l’inerzia del match, ma consente perlomeno a tutti i commentatori del globo di portare una iattura terrificante ricordando il golden goal di David agli europei del 2000. Iattura che sembra concretizzarsi quattro minuti dopo: Zidane irride Gattuso e Del Piero nella metà campo francese, la Francia si distende in avanti e serve ancora il proprio capitano: questi irride nuovamente Gattuso e tocca largo per Sagnol. I tifosi azzurri tirano un sospiro di sollievo pensando ai piedi del terzino francese, ma vengono smentiti: cross teso e preciso in area, colpo di testa di Zidane e risposta prodigiosa in angolo di Buffon, che si guadagna così un processo di beatificazione più rapido di Wojitila.
Corner senza esito, e 120 secondi dopo fine del primo supplementare.
Secondo tempo supplementare
De Rossi a terra dopo 37”, Domenech sfrutta la pausa forzata per pensare all’ultimo cambio: fuori Henry, dentro Wiltord.
L’episodio clou della finale arriva al terzo minuto, quando, a palla lontana, Zidane abbatte Materazzi con un preciso colpo di testa sullo sterno. Diverse le ipotesi sulla frase che avrebbe scatenato la furia di Zinedine, ma due le più accreditate:
1) Materazzi avrebbe fatto notare che la cura Agricola ai tempi della Juve, seppur efficace per i muscoli, deve avere avuto qualche effetto collaterale sulla capigliatura;
2)Materazzi, come un abile fantasista della parola, avrebbe unito in una sola frase gli elementi “Sorella di Zidane”, “Cavallo” e “Sesso Anale”.
Quale che sia la verità, la testata costa l’espulsione a Zidane, anche se solo grazie alla prova tv (peraltro non utilizzabile da regolamento), vista la lontananza di Elizondo e la cecità del guardalinee di destra.
La Francia non si scompone e continua a non far vedere il pallone agli Azzurri: la supremazia non si traduce però in occasioni da rete, e giunge quindi inevitabile il momento della lotteria dei calci di rigore.
Calci di rigore
Primo rigore
Pirlo
Checché ne dica Mazzola (il quale sostiene in preda ad allucinazioni che Barthez abbia intuito la traiettoria) portiere francese a terra a destra, palla in rete alta e centrale.
Italia 2 – Francia 1
Wiltord
Il simpatico Sylvain restituisce subito la cortesia a Buffon, con un piatto tranquillo che spedisce il numero uno azzurro dal lato opposto: parità ristabilita.
Italia 2 – Francia 2
Secondo rigore
Materazzi
Materazzi va sul dischetto sommerso dai fischi dei tifosi francesi, ma nulla può scalfire la serenità del rigorista che ha di fronte Barthez: palla in rete alla sinistra del portiere transalpino.
Italia 3– Francia 2
Trezeguet
Trezeguet spiazza di netto Buffon ma non la traversa, che rimane impassibile e respinge senza difficoltà. Il fantasma de la Sodomie comincia a volteggiare dietro le schiene dei giocatori francesi, ben più pericoloso di quello dei supplementari.
Italia 3 – Francia 2
Terzo rigore
De Rossi
De Rossi ha già utilizzato il bonus idiozia facendosi espellere per una gomitata inutile a McBride nel corso del girone eliminatorio. Decide saggiamente di non reiterare, e indirizza con tutta calma una fucilata sotto l’incrocio.
Italia 4– Francia 2
Abidal
Mentre di solito è più Insuperabile del tonno (pur senza olio d’oliva), sui rigori Buffon viene spiazzato da chiunque, ed Abidal non ha troppe difficoltà nel mettere a segno il terzo goal francese.
Italia 4– Francia 3
Quarto rigore
Del Piero
Pinturiano ricorda di aver già regalato un Europeo ai cari vicini d’Oltralpe, e ricorda anche la fine che i tifosi riservarono alla sua auto. Decide quindi di evitare gesti avventati e spedisce il pallone in fondo al sacco di destro.
Italia 5 – Francia 3
Sagnol
Buffon, forse narcotizzato da un infiltrato francese alla fine dei supplementari, riesce a farsi spiazzare addirittura dal terzino dal viso spigoloso: la Francia si aggrappa all’ultimo rigore azzurro.
Italia 5– Francia 4
Quinto rigore
Grosso
Grosso posiziona con calma sul dischetto il pallone che vale una vita ed una carriera. Una responsabilità grande come un macigno, finché il suo sguardo non si alza ed incrocia quello di Barthez: decisamente sollevato, il suo sinistro non perdona.
Italia 6, Francia 4.
Dopo i primi due successi targati Duce, il terzo post-calcio scommesse, ecco il quarto sigillo post(?)-Calciopoli: “Ah, les italiens…”
Milan-Shakhtar Donetsk, C.L. 07/08,
Primo tempo
Partita importante per le sorti del girone D, dove lo Shakhtar guida con sei punti, tre in più del Milan. Ancelotti scioglie i dubbi della vigilia preferendo Gilardino ad Inzaghi; Lucescu ha dubbi solo su come si pronunci il nome della sua squadra (Sciactar? Sciactior? Donez? Donetsk?) ma non riesce a scioglierli nemmeno stavolta.
Pochi minuti di studio e Rat trova la rasoiata a pelo d’erba dalla grande distanza: deviazione decisiva di Kalac. Meazza ammutolito: una parata di Kalac?! Anche l’arbitro rimane allibito, tanto da non concedere il giusto calcio d’angolo agli ucraini.
Non commette errori però nell’assegnarlo ai rossoneri sul capovolgimento di fronte: cross delizioso di Pirlo e Gilardino mette in rete senza quasi saltare. Al sesto minuto, il Milan è in vantaggio.
Ancora rossoneri avanti al decimo: cross rasoterra, Pyatov passa il pallone a Kakà che non riesce a trovare la rete.
Tre minuti più tardi combinazione in velocità Kakà-Gilardino-Kakà, cavalcata del brasiliano che poi sceglie l’angolo sbagliato, permettendo la parata dell’estremo difensore avversario.
Improvviso, arriva il raddoppio del Milan: pallone scagliato in mezzo da Seedorf e ancora Gilardino. Il Meazza ammutolito: due goal di Gilardino?! E in meno di 6 mesi, per di più.
Lucescu la prende piuttosto male e procede con la sostituzione punitiva nei confronti del marcatore dell’attaccante biellese.
Lo Shakhtar prova a reagire al doppio svantaggio con una punizione di Lucarelli: troppo lenta anche per Kalac.
Poco dopo, battibecco sulla trequarti ucraina; Gattuso, nervoso per il divieto di telefonare durante le gare di Champions, urla “Life is Now” ad un avversario. La pronuncia è tale da costringere l’arbitro all’ammonizione.
27 minuti e Pyatov serve ancora assist agli attaccanti milanisti, ma Kakà si ostina a non approfittarne.
Tentativi in serie da lontano dello Shakhtar nel quarto d’ora finale; Brandao, Lewandowski e Rat non riescono però a trovare il varco giusto.
Al 41esimo è Seedorf a condurre un contropiede perfetto, macchiato dalla scelta di servire Oddo: esterno destro fuori di 3 metri.
Sembra che il primo tempo possa concludersi così, ma al 46esimo Kakà si invola e viene scaraventato a terra: l’arbitro non ha intenzione di ritardare il suo the di metà gara per espellere un giocatore, e si va al riposo in parità numerica.
Secondo tempo
Al quarto minuto Kakà sfonda a sinistra, si attira addosso il portiere e serve in mezzo Gattuso: palla lenta e Ringhio cade nel tentativo di toccare in rete di sinistro.
Sul capovolgimento di fronte, Oddo si dimostra più abile nell’assist che nel tiro, servendo però Brandao: Kalac respinge e Lucarelli piazza il pallone in fondo al sacco. Vantaggio dimezzato e Shakhtar che ritorna in partita.
Per variare, al nono Kakà opta per sfondare a destra, ma non ha imparato dai propri errori: rasoterra arretrato ancora per Gattuso, il cui piatto sporco viene respinto dalla difesa.
Passano 2 minuti e Fernandinho prova una cannonata di esterno sinistro, Kalac respinge.
17esimo: Kakà va nuovamente via, si porta a spasso un avversario per qualche metro, lo adagia a terra ed entra in area; 20 secondi guardando in mezzo, poi quando l’acuto Pyatov ha abboccato per bene, tiro d’interno. Il pallone trova l’interno del palo lontano e viene poi allontanato in angolo.
Pallone lungo di Pirlo dalla bandierina, stop di Seedorf e sinistro a incrociare: palogoal e treauno al diciottesimo della ripresa.
Gli ucraini, che sarebbe più corretto definire romeni-polacchi-brasiliani-italiani, hanno difficoltà a reagire.
Il Milan ne approfitta: pallone calciato da Pirlo su corner, Pyotov prolunga per Seedorf e questi ricambia mettendoglielo alle spalle. Per fortuna dell’estremo difensore, visto che di Seedorf stiamo parlando, si tratta del pallone: quarto goal rossonero.
Lucescu, pietrificato in panchina, realizza che gli unici ucraini che ha messo in campo gli stanno costando la partita.
I venti minuti che mancano al fischio finale trascorrono placidamente, con Kakà e Seedorf che si accordano per tirare in porta solo d’esterno e/o in pallonetto. Il gentlemen’s agreement salva quel che rimane della dignità sportiva di Pyotov, e il match si chiude sul risultato di 4-1: verdetto giusto e situazione di parità in testa al girone.